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BORGO DI ERICE
 

BORGO DI ERICE

Secondo lo storico greco Tucidide, Erice venne fondata nell’VIII secolo a.C. dagli Elimi (ovvero alcuni troiani scappati dalla guerra, unitisi con la popolazione locale). Grazie alla sua posizione ideale, fu contesa da Cartaginesi e Siracusani. I primi riuscirono a conquistarla all’inizio del IV secolo a.C., ma ne persero il controllo, quando venne conquistata dai romani nel 244 a.C. durante la prima guerra punica. Più che per l’importanza militare, Erice fu conosciuta dai nuovi conquistatori per il culto della Venere Ericina. Secondo il mito romano, la costruzione del tempio non si deve a Erice, bensì a Enea, che decise di seppellire sul monte il padre Anchise e costruire un tempio per la madre Venere. L’antico tempio sorgeva proprio dove ora è presente l’omonimo castello di origine normanna.

Durante la dominazione araba, nell’831 d.C. la città venne ribattezzata Gabel-el-Hamid e nel XII secolo, con la conquista della Sicilia da parte dei Normanni, la città alta prese il nome di Monte San Giuliano, in onore di San Giuliano Ospedaliero, protettore dei viaggiatori. Grazie ad un privilegio concesso dall’imperatore Federico II, il territorio di Erice venne allargato a quello che viene chiamato agro ericino, che comprendeva anche i paesi sottostanti di Valderice, Buseto Palizzolo, Custonaci e San Vito Lo Capo. Negli anni successivi, con la dominazione spagnola, Erice visse un periodo di rivolte popolari, spesso represse. Nel 1936 Erice riacquisterà poi il suo nome originario. Infine, negli anni seguenti, i paesi dell’agro ericino diventarono comuni autonomi, da Custonaci (1948) a Valderice (1955).

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